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21.11.11

Servizi liberalizzati … iniquità sociali ! di Lidia Menapace


21 novembre 2011

Il nuovo governo ha intenzione, come dichiara, di partire subito con liberalizzazioni ed elenca in proposito anche i trasporti, anche quelli urbani. Magari sarei contraria persino per “ideologia”, per convinzione politica: ciò che attiene ai servizi, è meglio sia sottratto al profitto e venga organizzato col criterio… della pubblica utilità. Penso alla sanità (San Raffaele) ,alla scuola, appunto ai trasporti.

Nel caso specifico non è nemmeno necessario argomentare, dato che la liberalizzazione delle ferrovie è già avvenuta ed è lì davanti e addosso a tutti e tutte in tutta la sua insopportabilità. I treni non sono più un servizio pubblico e non funzionano: non c’è volta che imbarcandosi in un viaggio non si senta annunciare che il tal treno è abolito, il talaltro si è rotto, che è in ritardo ecc. “Trenitalia si scusa per il disagio” ed è tutto. Ma ultimamente i disagi aumentano, anche quando i treni viaggiano: ad esempio sono quasi spariti gli annunci delle fermate e specialmente di sera e di notte è un bel guaio. Non ripeto che i finestrini sono sempre coperti di una specie di foschia: mi sono rassegnata a pensare che per contratto le imprese di pulizie debbano lasciar fare alla pioggia.

Il fatto che vi siano “treni di classe” e treni per i più, nega in sè la nozione di servizio pubblico: i treni “di classe” costano davvero tanto, e non per questo sono più puliti o più comodi, anzi: addirittura talora non hanno nemmeno posti a sufficenza, sicchè ti vien dato un biglietto con il pagamento della prenotazione del posto, ma con posto non garantito.


Insomma se le liberalizzazioni sono questo, è meglio tornare indietro, come del resto ha fatto l’Inghilterra già da tempo. Anche perchè se non si vuole o non si può spendere tanto, si deve ripiegare sui treni regionali sempre a rischio non solo di non trovare posto ,ma addirittura di non poter salire.

Credo sarebbe giusto far sapere al governo, che certo lo sa, ma se nessuno protesta, può far finta di non sapere, che in fatto di trasporti il servizio deve essere pubblico e garantire una certa equità (non è questo il governo dell’equità?: autoproclamatosi tale,cioè).
Un buon modo di fare opposizione è quello di non lasciar passare nulla senza discutere, e ricostruire così una cultura del dibattito democratico, fondata su esperienze, convinzioni e prospettive. La voglia di discutere sembra essersi riaccesa e non si può lasciare che si afflosci o si indirizzi verso un certo qualunquismo populista, sempre pronto: ci sono argomenti di grande portata da affrontare e non si può lasciar fare a un governo che personifica come nessun altro mai in Italia una cultura liberista assoluta.

Dico una cosa paradossale: se pensassi che una fase liberista potrebbe servire, direi persino di lasciar fare: ma il livello durata estensione della crisi capitalistica è tale che davvero sarebbe irres
ponsabile non opporsi e cercar di costruire una alternativa, senza lasciarsi intontire da un po’ di tecnicismo del linguaggio, magari declinato in inglese come latinorumMehr anzeigen



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