Per una lista fortemente qualificata su temi sociali e ambientali e radicata in tutto il territorio
La decisione presa dalle liste civiche di affrontare assieme ai Verdi le prossime elezioni provinciali e contemporaneamente il non aver posto nessun veto sulle trattative con la sinistra “extra Pd” aprono una possibilità formidabile e gettano un sasso che può sconvolgere la tranquillità delle acque stagnanti della politica provinciale.
Quando mesi fa, per primi, abbiamo lanciato la proposta di una lista unitaria tra tutte le variegate forze alla sinistra del nascente Partito democratico, ne abbiamo sottolineato l’importanza per evitare il rischio che nel prossimo Consiglio provinciale possano venir escluse le forze politiche che mantengono un forte legame di rappresentanza con il mondo del lavoro. Ma c’è un altro importante argomento che ci spinge a ritenere vitale la possibilità di costruire un’unica lista qualificata fortemente sui temi sociali e ambientali, radicata su tutto il territorio provinciale e quindi interetnica.
La nostra provincia gode di una forte e collaudata autonomia, elemento di democrazia che rappresenta la possibilità di governare con un rapporto diretto con i cittadini. Ma questa possibilità è messa in difficoltà, se non addirittura negata, dall’esistenza di un partito che da solo detiene la maggioranza assoluta dei voti e di conseguenza la totalità del potere, l’SVP. Un partito che, pur godendo del decentramento dei poteri da parte dello Stato nazionale, di fatto contraddice questa impostazione democratica imponendo alla provincia il suo centralismo rigido e autoritario, negando qualunque autonomia e libertà di decisione a tutte le articolazioni della provincia, a partire dai comuni.. Non si muove foglia che SVP non voglia.
Il nodo della democrazia reale qui in Alto Adige è la struttura del potere, il monopolio detenuto da un solo partito. Contrapporre a questo partito, che trae la sua forza dalla capacità che ha avuto fin qui di rappresentare gli interessi dei cittadini di lingua tedesca, il partito degli italiani, anche solo degli italiani di sinistra, non farebbe altro che rafforzare la SVP, accettandone la ideologia nazionalista. La contrapposizione tra gruppi linguistici rafforza di fatto la SVP, cementando il suo potere, confermando la sua ragione d’essere agli occhi dei cittadini. Non è a caso che ad ogni tornata elettorale si rispolverano sempre gli stessi temi, la toponomastica è forse l’esempio più facile, destinati a rinfocolare le contrapposizioni linguistiche. Non è tra italiani e tedeschi che ci si deve dividere: gli interessi reali della popolazione non si dividono per gruppi linguistici, ma la divisione di interessi contrapposti attraversa tutti i gruppi. La lotta per una società che rispetta i diritti, diritti ad un lavoro dignitoso non precario e che non ti faccia morire , ad un ambiente non devastato da logiche di profitto e che non rovini la salute di chi ci vive, non divide i cittadini per appartenenza linguistica.
Se riusciremo a costruire una lista ecosociale, radicata nel territorio e in tutti i gruppi linguistici, avremo la possibilità di far saltare per la prima volta il monopolio del potere, togliendo alla SVP la maggioranza assoluta e aprendo finalmente spazi di vera dialettica politica e di democrazia. Per questo riteniamo importante la decisione presa delle Liste civiche e intendiamo operare per allargare e qualificare l’ipotesi di una lista unitaria.
Fabio Visentin
Segretario provinciale di Rifondazione comunista
Nessun commento:
Posta un commento