Leggo in un comunicato di AN a firma Minniti e Sigismondi che la scuola in lingua italiana dell’Alto Adige si farebbe carico, “in proporzione al numero degli iscritti, del 71,6% dell’intera popolazione straniera”. Ma come arrivano i nostri a questa cifra? Semplicemente sommando la percentuale degli studenti stranieri nelle scuole italiane calcolata sul totale degli studenti sempre delle scuole italiane, alla percentuale degli stranieri nelle scuole tedesche calcolata sul totale degli studenti delle scuole tedesche e alla percentuale degli stranieri nelle scuole ladine sempre calcolata sul totale degli studenti delle scuole ladine. Poi scrivono una bella proporzione, come hanno imparato dalla maestra alla scuola elementare, e ricavano la cifra di cui sopra.
Ma questo modo di trattare i numeri (sommare percentuali ricavate ciascuna rispetto a una cifra totale diversa) ricorda la storiella dei tre amici che vanno al ristorante, pagano 10 euro a testa, ricevono 5 euro di resto, ne lasciano due di mancia al cameriere e si riprendono un euro ciascuno. Fuori dal ristorante uno dei tre si blocca e esclama “Fermi tutti, abbiamo speso 9 euro per uno, tre per 9 fa 27, due euro le ha il cameriere, 27 più 2 fa 29. Dov’è finito il trentesimo euro?”. È un calcolo balordo, che però regolarmente trae in inganno moltissime persone.
Se i nostri volevano mettere in risalto che nella scuola italiana la presenza degli stranieri ha un peso maggiore che in quella tedesca, bastava evidenziare il dato che nella prima gli stranieri sono il 14,15% dei frequentanti e nella seconda solo il 4,33 %. 14,15 a 4,33 mi pare sia un confronto più che sufficiente per dimostrare che il peso degli studenti stranieri nella scuola italiana è molto più alto che quello nella scuola tedesca (più di tre volte). Ma, non so se per ripulsa nei confronti degli stranieri o astio nei confronti dei governanti tedeschi, hanno voluto strafare e hanno sparato una cosa che non ha senso.
Il fatto che gli studenti stranieri per il 50% del totale frequentino la scuola in lingua italiane può senz’altro suggerire molte cose. Che forse questo dipende dal fatto che gli studenti stranieri appartengono a famiglie che gravitano attorno a Bolzano o ai centri in cui il gruppo italiano prevale; che forse la scuola in lingua italiana è più ospitale e culturalmente aperta (qualità positive) e forse anche più attrezzata professionalmente; che questi 2.525 ragazzi di origine straniera si traducono in maggiori risorse che la provincia deve riversare nella scuola italiana, a cominciare da quelle necessarie per pagare il maggior numero di insegnanti necessari (sempre di lingua italiana). Un calcolo approssimativo, solo indicativo, su quanti potrebbero essere questi insegnanti in più lo si può fare dividendo il totale degli studenti stranieri per 25; risulterebbero circa 100 insegnanti in più. Chi li paga? Gli italiani? No, li paga la collettività. Ma sono tutte ipotesi da verificare e non oro colato e per questo ho sempre premesso “forse”.
Comunque riconosco che è molto facile fare o essere indotti a fare errori con i numeri. Ma c’è sempre un rimedio: trovarsi un buon maestro e per restare ancorati alle tradizioni ai nostri ne consiglierei uno di origine araba visto che per secoli gli arabi hanno insegnato l’arte dei numeri a noi europei.
Fabio Visentin
Insegnante di matematica oltre che rifondarolo
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