Il ministro Brunetta ribadisce anche oggi la volontà di aumentare l’età pensionabile delle donne, trincerandosi dietro la sentenza della Corte di Giustizia Europea.
È inaccettabile che, con il bilancio Inps in attivo di 11 miliardi, si vogliano colpire nuovamente le pensioni. È indecente e grottesco che, mentre imperversa la più grave crisi economica del dopoguerra, si voglia aumentare l’età pensionabile delle donne.
Vogliamo ricordare che alla sentenza della Corte Europea, che comunque non obbliga affatto all’aumento dell’età pensionabile, si è giunti per gravi responsabilità dei governi (tutti a presidenza di Silvio Berlusconi) che non hanno voluto far valere il fatto che le donne in Italia non sono costrette ad andare in pensione anticipatamente. Possono farlo se lo scelgono, come sancito da una legge che esiste da ben 31 anni.
È inoltre del tutto evidente che la possibilità di andare in pensione anticipatamente costituisce l'unico risarcimento alle donne del doppio lavoro, produttivo e riproduttivo, che si scarica sulle loro spalle anche a causa dell’inadeguatezza o in molti casi della mancanza di servizi sociali. E questo in un paese che spende per il welfare 20 miliardi in meno della media europea. Se per affrontare la crisi occorre reperire risorse queste vanno cercate là dove si annidano davvero, a cominciare dall’evasione fiscale che invece il governo Berlusconi non pare intenzionato a colpire. Pensare di spremere ogni volta che ce n’è bisogno i pensionati e le pensionate è una proposta indecente.
Fabio Visentin
Rifondazione comunista dell’Alto Adige
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