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4.3.07

"La città ormai è diventata solo un prodotto da vendere"

Articolo del consigliere David Augscheller, apparso il 4 marzo 2007 sul quotidiano Alto Adige

Paolo Valente ha provocato un interessante e importante dibattito sulla nostra città. Vorrei porre al centro però dell’attenzione non tanto il passato storico, più che altro mi pare importante affrontare il problema del futuro della città ed il fatto che ormai non c’è rapporto fra i cittadini e la politica locale.
Non credo si possa ridurre il dibattito ad una questione estetica. Merano bella, Merano brutta. Sono attributi che sottostanno ad una valutazione soggettiva. Più che altro ci si deve chiedere se una città, la nostra città, è a misura di cittadino. Ed è proprio su questo punto che sono da individuare i grossi problemi che portano anche ad una alienazione dei cittadini dalla propria città. Infatti, ai fini dell’ideologia del consumo, anche Merano è diventata sempre più un semplice prodotto da vendere, da trasformare in guadagno.
Le amministrazioni negli ultimi anni hanno agito non in funzione di una visione di città, di un progetto lungimirante, in funzione della semplice, ma importante domanda: di che tipo di città hanno bisogno i nostri cittadini. Hanno agito ed agiscono secondo le regole di mercato: si costruiscono le terme per i turisti, si convoglia il traffico verso il centro, sempre in centro si costruiscono i parcheggi. D’altro canto si cura il centro dimenticandosi che la città è fatta anche di altri quartieri, in cui vive la maggioranza dei cittadini. Così si è aperto un varco fra politica e cittadini, proprio perché la politica esclude questi dalle decisioni. La raccolta di firme contro le terme e contro il tunnel sotto Monte S. Benedetto è rimasta senza esito. Ho partecipato alcune settimane fa ad una riunione allargata di un comitato di quartiere ed era proprio questo un tema ricorrente. La mancanza di coinvolgimento dei cittadini, dei comitati di quartiere, dei diretti interessati. È così che nasce un diffuso sentimento di rassegnazione di fronte alle decisioni della politica locale.
È proprio una politica radicale e coraggiosa che manca a Merano. Dobbiamo farla rivivere tenendo il traffico in periferia (con collegamenti shuttle), creando vere zone pedonali (come in tutte le città moderne), creando una rete ciclabile che colleghi in modo sicuro le infrastrutture locali (asili nido, scuole, ospedale, ASL, teatri, cinema, etc.), ma soprattutto coinvolgendo regolarmente la popolazione quando si tratta di prendere grosse decisioni – è la democrazia partecipativa lo strumento per rendere più viva la nostra città. Ma non solo. Una città a misura di cittadino passa anche attraverso una politica che abbia a cuore il sociale. Anche a livello locale si devono affrontare temi quale la lotta al precariato o la sicurezza sul lavoro, il problema di un mercato abitativo ormai fuori controllo, i costi di vita che salgono sempre di più.
Rendere Merano più bella vuole dire farne una “polis”, una cosa pubblica, renderla più solidale, più ecologica, più accogliente – per tutti.

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