Siamo un gruppo di donne e uomini dell’Alto Adige e quello che ci accomuna è un profondo malessere, il fastidio, ed il senso di impotenza di fronte alla pesante influenza delle gerarchie cattoliche nella vita sociale e soprattutto nella vita politica del nostro Paese. Abbiamo pensato che il nostro disagio non deve rimanere circoscritto al nostro interno, ma che possa e debba essere reso pubblico, agito in modo “politico”.
La nostra protesta non è rivolta solo verso le gerarchie cattoliche, anzi è assai più radicale nei confronti dei politici, che dovrebbero rappresentare tutte le sensibilità del Paese mentre invece, in troppi, si conformano ad un progetto di società di tipo confessionale.
Non è nostra intenzione mettere in discussione i principi morali e religiosi di nessuno, ma pretendiamo pari rispetto per i nostri valori; per questo riteniamo che l’attività politica dei nostri rappresentanti debba rispondere esclusivamente ai dettami della Carta Costituzionale che, unica, è in grado di garantire il rispetto delle diversità.
Pensiamo che la laicità dello Stato come delineata dall’art. 7 e sostanziata dall’art. 3 della Costituzione sia un bene prezioso da preservare e difendere.
Il rispetto dei principi costituzionali eviterebbe anche scelte politiche pericolose per la vita sociale del Paese. Un esempio lo si può trovare nel dilagare del familismo che in realtà costituisce l’altra faccia del liberismo; il rischio infatti è quello di considerare la famiglia come nucleo economico sul quale scaricare tutte le contraddizioni del mercato e della società, il più radicato e collaudato ammortizzatore sociale delle difficoltà che investono in particolare, ma non solo, le donne e le giovani generazioni (inadeguatezza del reddito, precarietà del mercato del lavoro, rigidità dell’uso del tempo da parte delle imprese, città invivibili, mercato della casa proibitivo, mancanza di servizi, ecc). Per noi invece la famiglia è luogo di relazioni, affetti, solidarietà, non codificabile in modelli precostituiti, ma che necessita di politiche pubbliche non genericamente intestate alla famiglia ma dirette agli individui che la compongono (sviluppare gli asili nido, avere le scuole a tempo pieno, offrire servizi adeguati per gli anziani non autosufficienti, ecc.).
Rispettare i principi della Costituzione significa anche costruire una società inclusiva, aperta e disponibile al dialogo, garantire una seria ed adeguata istruzione e formazione; bisogna allora avere il coraggio di contrastare il rilancio della cultura negazionista, ma anche l’affacciarsi pericoloso della teoria creazionista che è in pieno contrasto con le scoperte scientifiche vecchie e nuove.
Ai rappresentanti politici locali e nazionali chiediamo dunque il rispetto di questi principi costituzionali, in particolar modo della laicità dello Stato, e l’implementazione di politiche economiche sociali e formative coerenti con questa impostazione.
La nostra protesta nei confronti delle gerarchie cattoliche si concretizza invece nello sbattezzo; alcune/i di noi lo faranno pubblicamente, altre/i in modo individuale e riservato. Il fine è di uscire anche formalmente dalla comunità cattolica della quale non ci sentiamo più di far parte perché lontana dai nostri valori, modi pensare, progetti di società. Con quest’azione inoltre vogliamo dire alla Chiesa pubblicamente che non può parlare in nome nostro.
Ci troveremo nuovamente per discutere assieme ed organizzare delle iniziative mercoledì 6 giugno alle ore 18.00 presso la Cgil di Bolzano.
Usciamo dal Silenzio - Bolzano
Nessun commento:
Posta un commento