Rifondazione comunista, prima con una proposta dell’allora segretario Luigi Gallo e poi cogliendo al volo il suggerimento di Alfred Ebner, ha da mesi sostenuto l' ipotesi che bisogna creare una lista ecosociale e in grado di rompere le barriere linguistiche per le prossime elezioni provinciali , alla sinistra del PD; un progetto che tenga insieme l' area ambientalista classica (verdi), quella laica (sdi), quella "rosa" (enrosadira), quella dei cattolici più attenti al sociale (provenienti da "pace e diritti") con le forze politiche della sinistra politica e sindacale (Rifondazione, Pdci, Sinistra Democratica, importanti individualità provenienti dal sindacato etc). Niente sigle di partito o simboli sovrapposti, ma un progetto in cui le identità e i contributi delle singole culture politiche possano essere valorizzate e portare così ad un risultato importante per la nostra terra. Un passo indietro comune per farne due in avanti.
Ma la costruzione di questo progetto è un processo delicato e per questo abbiamo da subito dichiarato indispensabile che tutti evitassimo di proporci come forza egemone, di piantare la propria bandierina e di fare i primi della classe. E Rifondazione comunista s’è finora sempre attenuta a queste fondamentali regole. Purtroppo non pare che questo sia un comportamento accettato da tutti. Puntualmente tornano a pesare i difetti che hanno portato la sinistra a dividersi e a competere al suo interno prima ancora che all’esterno, a trovare elementi di divergenza piuttosto che cercare quelli di convergenza. Ci risiamo con chi smania dalla voglia di dire di essere lui il promotore di tutto e con chi prova a giocare la carta dell’egemonia e della divisione dando giudizi su chi sarebbe presentabile (perché moderato) e chi no (in quanto pericoloso estremista). Vogliamo sperare che si tratti di cadute in tentazione dovute a sbadataggine e che si ritorni a valorizzare la potenzialità grande del progetto cominciando a ragionare sui temi concreti che lo dovranno vedere nascere e allargarsi a tutte le forze disponibili.
Ma la costruzione di questo progetto è un processo delicato e per questo abbiamo da subito dichiarato indispensabile che tutti evitassimo di proporci come forza egemone, di piantare la propria bandierina e di fare i primi della classe. E Rifondazione comunista s’è finora sempre attenuta a queste fondamentali regole. Purtroppo non pare che questo sia un comportamento accettato da tutti. Puntualmente tornano a pesare i difetti che hanno portato la sinistra a dividersi e a competere al suo interno prima ancora che all’esterno, a trovare elementi di divergenza piuttosto che cercare quelli di convergenza. Ci risiamo con chi smania dalla voglia di dire di essere lui il promotore di tutto e con chi prova a giocare la carta dell’egemonia e della divisione dando giudizi su chi sarebbe presentabile (perché moderato) e chi no (in quanto pericoloso estremista). Vogliamo sperare che si tratti di cadute in tentazione dovute a sbadataggine e che si ritorni a valorizzare la potenzialità grande del progetto cominciando a ragionare sui temi concreti che lo dovranno vedere nascere e allargarsi a tutte le forze disponibili.
Fabio Visentin
Segretario provinciale di Rifondazione comunista
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