candidati prc alle provinciali 2013

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19.9.07

Difendiamo l’autonomia di tutta la scuola dall’Alto Adige, da un potere prepotente e ottuso

Se non bastavano le provocazioni del presidente Durnwalder sulla toponomastica, il modo in cui è stato fatto esplodere il problema della riforma della scuola dell’obbligo fa capire anche ai più distratti che siamo ormai entrati in pieno in campagna elettorale. Le elezioni provinciali sono ormai alle porte e sonori squilli di tromba chiamano gli elettori a schierarsi sotto le bandiere dei rispettivi schieramenti etnici. Proclamare “La giunta provinciale ha competenza per decidere su scuola italiana, tedesca e ladina” o è una solenne banalità o è un modo per far sapere che decide tutto lui, in barba al parere dei sudditi. In gioco in questa vicenda non c’è solo l’attacco all’immersione, che è solo uno dei possibili strumenti che possono favorire l’effettivo bilinguismo delle future generazioni, ma soprattutto la negazione dell’autonomia delle scuole dell’Alto Adige. Di tutte le scuole, non solo di quelle in lingua italiana.
In sintesi si vuole a tutti i costi introdurre la riforma Moratti nella scuola, senza neppure i correttivi che l’attuale governo ha introdotto per limitarne i danni più macroscopici. È un progetto di legge provinciale che l’assessore Saurer è deciso ad imporre, nonostante l’insieme della scuola di lingua italiana, dagli insegnanti di tutte le scuole dell’obbligo al Consiglio scolastico provinciale in lingua italiana, l’abbia respinta e quello di lingua tedesca abbia manifestato la sua contrarietà con uno sciopero a cui ha aderito l’80 % degli insegnanti. Bene ha fatto, quindi, l’assessora Gnecchi ad opporsi in giunta. Ma il voto che vede la giunta provinciale divisa per appartenenze linguistiche, non ci deve far cadere nella trappola della contrapposizione nazionalistica. È l’autonomia di tutta la scuola dell’Alto Adige ad essere sotto attacco.
Questa vicenda lascia vedere chiaramente come il nodo reale che blocca la piena realizzazione della democrazia che l’autonomia permetterebbe a questa nostra provincia è il modo in cui si determina la struttura del potere locale, che vede la popolazione chiamata a dividersi e raccogliersi per appartenenze linguistiche e non sugli interessi reali o sulle aspirazioni ideali. Questo contrapporsi di nazionalismi astiosi è la ragione dell’esistenza e il cemento che tiene unito un partito che da solo raggiunge quasi il 60 % dei voti. E si tratta di un partito che, in piena contraddizione, pretende dallo stato centrale quel potere di autogoverno e di autonomia di decisione che nella realtà locale nega costantemente. Che pretende di decidere tutto quello che può essere deciso, dal vertice della Provincia all’ultimo consorzio comunale. Come è dimostrato anche da questa vicenda della scuola, si ritiene che le decisioni spettino tutte e solo al vertice provinciale, che alle realtà locali non spetti nessuna autonomia decisionale.
Di fronte a questo modo di gestire il potere è perdente e contraddittoria la reazione della destra italiana che chiama a raccolta in difesa della autonomia della scuola italiana. Perdente perché nel gioco delle contrapposizioni etniche la SVP ha solo da rafforzarsi. Contraddittoria perché si batte affinché nella scuola dell’Alto Adige non sia applicata la riforma Moratti, proprio quella riforma che la destra ha voluto approvare in campo nazionale.

Fabio Visentin
Segretario provinciale di Rifondazione comunista

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