Lo scioglimento del comitato di quartiere di Merano Centro è un fatto gravissimo. Il fatto che non si siano trovati quindici candidati per il comitato (su novemila abitanti) è un segnale che non può non essere oggetto di analisi politiche. Sarà che l’interesse per la “res pubblica” sta sparendo a favore di un modus vivendi sempre più orientato all’egoismo ed a una visione liberista, secondo la quale è il più forte ad avere la meglio a scapito dei deboli, sarà che la disaffezione per la politica ha ormai colpito una grande parte dei cittadini, ma la politica (istituzionale) non può tirarsi fuori. Il caso del comitato Merano Centro è emblematico. In una città dove migliaia di firme contro le terme o contro il tunnel di Monte San Benedetto non vengono minimamente prese in considerazione, dove si spendono milioni di Euro per megaprogetti, che non rispecchiano di certo i bisogni dei cittadini (che invece vogliono strade sicure, infrastrutture funzionanti, posti sufficienti negli asili e asili nido, ecc.) mentre al contempo non si trovano soluzioni adeguate di fronte ad un aumento costante del traffico e del costo della vita, non si fanno ciclabili sicure, mancano vere zone pedonali, mancano addirittura i soldi per riparare i rubinetti nei bagni di alcune scuole, ecc., non ci si può meravigliare che la gente non ne vuole sentire più parlare di coinvolgimento politico, perché spesso si sente presa in giro. E di ciò è responsabile in gran parte l’attuale amministrazione comunale.
Tutti coloro che, indipendentemente dall’appartenenza politica, hanno lottato per una vera partecipazione diretta dei cittadini e a favore di uno sviluppo sostenibile della propria città, con la scomparsa del comitato Merano Centro hanno subito una pesante sconfitta. Possono festeggiare coloro che vogliono relegare la politica nelle istituzioni. È ora che le forze che della democrazia diretta e dei diritti dei cittadini (che dobbiamo conquistare quotidianamente) hanno fatto una loro bandiera si attivino con nuove forze per fare tornare la vera politica nei quartieri e fra la gente, perché sono i lavoratori, l’impiegati, i pensionati ad avere bisogno di una rappresentanza diretta, affinché la loro voce non sparisca sotto l’urlo arrogante delle lobby economiche.
David Augscheller, consigliere comunale di Rifondazione Comunista
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