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7.2.08

Comunicato stampa - Finiamola con questi ripetuti attacchi all’autodeterminazione delle donne

La posizione dei primari ginecologi delle Università romane è solo l’ultimo di un susseguirsi di attacchi alla legge 194 che regola l’interruzione di gravidanza. E’ un attacco particolarmente subdolo perché gratuito, visto che la legge 194 all’Art. 7 prevede già che siano messi in atto tutti gli interventi volti alla salvaguardia della vita del feto. Avendo un fratello che dirige un reparto di neonati prematuri so quanta cura e dedizione da il personale di questi reparti alla cura e alla sopravvivenza di questi bimbi. E’ un attacco all’autodeterminazione delle donne e diretto a colpevolizzare le donne proveniente ancora una volta da un gruppo di maschi, tutti dediti a ficcare il naso nelle mutande delle donne (e questi ultimi non solo metaforicamente) e preoccupatissimi che possano decidere autonomamente dalla loro autorità di patriarchi. Maschi che nulla sanno del trauma e del dolore che in una donna provoca la decisione di un aborto terapeutico. E’ un attacco particolarmente feroce e crudele che rivela una volontà di accanimento terapeutico scatenato prima ancora che una persona nasca.
La gratuità e la crudeltà di questa voglia di tenere sotto controllo la volontà delle donne è semplicemente contenuta nei crudi dati: dei neonati prematuri (22,23 o 24 settimane di gestazione rispetto alle 36 di una gravidanza normale) il 30 - 35 % muore in sala parto; circa il 45 % è sottoposto a cure intensive, ma non sopravvive nonostante la terapia; sopravvive quindi solo meno del 25 % , ma di questi bimbi sopravvissuti il 95 % soffre di gravi handicap cerebrali.
Questi sono i dati da cui partire. Che cosa si propone la crociata di questi strenui “difensori della vita”? Di prolungare queste agonie? Di aumentare la “produzione” di esseri destinati ad una vita perennemente assistita e infelice? Le cifre riportate sopra svelano che chi si presenta come difensore della vita a volte rivela un volto crudele e insensibile alle sofferenze.

Fabio Visentin
segretario provinciale di Rifondazione comunista

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