candidati prc alle provinciali 2013

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29.1.11

Protagonisti della propria storia: gli operai si raccontano.

Intenso e partecipato è stato l’incontro organizzato mercoledì sera al Circolo Masetti da Rifondazione Comunista “Gli operai della zona incontrano la città”. La riunione, che non voleva essere una conferenza in cui qualcuno parlava degli e per gli operai, è stata l’occasione per numerosi lavoratori di presentarsi e in prima persona raccontare i loro problemi, le loro condizioni di vita e di lavoro, spesso anche la propria storia.

Fabio Parrichini, segretario provinciale della Fiom-Cgil, ha riassunto efficacemente quello che in vista dello sciopero generale dei metalmeccanici dei venerdì 28 va ripetendo nelle assemblee delle fabbriche metalmeccaniche della provincia. Ha parlato di una classe operaia sotto attacco da parte di un padronato che con Marchionne impone accordi che in realtà sono ricatti e che rappresentano pesanti arretramenti sul piano delle condizioni di lavoro, su quello delle conquiste sindacali (la rinuncia al contratto nazionale) e su quello dei diritti costituzionali (diritto alla libera scelta della rappresentanza sindacale). Ma l’attacco ai diritti viene anche dall’opera del Governo che sta progressivamente modificando la legislazione sul lavoro in particolare lo Statuto dei Lavoratori spingendo nella direzione della individualizzazione del contratto di lavoro. A questo attacco convergente la Fiom ha saputo resistere e una consistente parte dei lavoratori ha risposto positivamente con una riaffermazione di orgoglio e di dignità.

E questo è il sentimento che caratterizzava i numerosi interventi successivi. Operai con decenni di fabbrica sulle spalle hanno mescolato le loro esperienze di vita e di lavoro con quelle degli operai più giovani. Chi ha conosciuto gli anni in cui la condizione di lavoro in fabbrica oltre che durissima era anche umiliante, come nel caso delle porte sbattenti nei gabinetti per dar modo ai capi di controllare gli operai anche al cesso, ha parlato poi degli anni delle grandi lotte e delle conquiste salariali, normative e democratiche (lo Statuto dei Lavoratori, la riforma sanitaria, la scala mobile…), degli anni successivi in cui alla solidarietà è andato sostituendosi l’individualismo e la solitudine, l’idea che ciascuno doveva trovare la strada per cavarsela per conto proprio. Si è parlato di immigrazione dal sud, di spostamenti dovuti a chiusura degli impianti in cui lavorava precedentemente, chiusure arrivate all’improvviso nella totale assenza di mobilitazione dove ciascuno dei dipendenti aveva sperato di potersela cavare scegliendo la strada dell’individualismo. Si è parlato soprattutto di voglia di mantenere la schiena dritta, di non accettare la logica di chi vuol barattare diritti con occupazione, finendo spesso per perdere entrambi. È stato notato che anche a Bolzano, in una situazione in cui molti sono portati a sentirsi protetti e privilegiati, il clima sta cambiando e lo fa capire anche l’attenzione e la partecipazione con cui sono state seguite le assemblee recenti. Si è denunciato la drammatica situazione di solitudine in cui gli operai si trovano nella società, l’assenza di una forza politica che rappresenti concretamente i loro interessi, della necessità del ritorno in campo di una forza di sinistra che sappia portare informazione a chi lavora e costruire a partire dai lavoratori un programma che sappia difendere e rilanciare i diritti e le conquiste dei decenni trascorsi. L’incontro s’è chiuso con la considerazione che quello doveva essere la prima tappa di un lavoro di costruzione di forme organizzative che ridiano voce alla soggettività operaia dentro e fuori dalla fabbrica. Una implicita domanda a Rifondazione Comunista che richiede una assunzione di grande responsabilità.

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